Alessandro Savorelli

Considerazioni sul progetto della Bandiera del Comune di Mirandola (a seguito della discussione avvenuta in merito durante il XIV convegno del CISV, Modena, 31 maggio - 1° giugno 2008)


Alessandro Savorelli è curatore del volume Gli stemmi dei Comuni e delle Province dell’Emilia-Romagna, Bologna, Editrice Compositori, 2003, pubblicato a cura dell’Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna), e ha curato ivi l’introduzione storica generale all’araldica comunale emiliana (Da segno a blasone. L'Araldica comunale in Emilia e Romagna dal Duecento ad oggi).


1. Il CISV (Centro Italiano Studi Vessillologici) ha vivamente apprezzato l’iniziativa del Comune di Mirandola e dell’associazione «La Nostra Mirandola», coordinata dalla Prof.ssa Nicoletta Vecchi Arbizzi, volta a raccogliere progetti per la definizione del disegno della bandiera comunale. I progetti visionati, dimostrano nella maggior parte dei casi un encomiabile impegno creativo, sensibilità e intelligenza. Qualche riserva tuttavia è stata esercitata sulla tendenza ad accumulare in alcuni progetti troppi segni o riferimenti sulla bandiera, il che è linea di massima contrario ai principi di semplicità, riconoscibilità e simmetria che presiedono alla costruzione delle bandiere moderne.

2. Premesso quanto sopra il CISV, nel corso del dibattito con i rappresentanti di Mirandola intervenuti, ha individuato una utile base di elaborazione in uno dei progetti proposti, e precisamente il progetto elaborato dal team dei disegnatori della ditta Mantovanibenne Bocchi Davide e Grilli Marco, suggerendo «di indirizzare la scelta verso una bandiera armeggiata», cioè verso una bandiera che riproduca semplicemente la figura dello stemma comunale».

3. Lo stemma di Mirandola è, nel gergo araldico, un semplice «scaglione» (cioè una figura a forma di «V» rovesciata); le prime testimonianze risalgono al Settecento, è possibile tuttavia che lo stemma fosse di origine più antica. Diverso era il sigillo della comunità che recava la figura di San Possidonio.



I colori scelti – giallo e azzurro – sembrano richiamare, pur se invertiti, quelli della città di Modena. Il segno araldico di Mirandola – in quanto semplice – è assai più affine a quello delle grandi città storiche e dei «liberi comuni» (che usavano appunto bandiere e gonfaloni araldici) che a quello di molti piccoli comuni di provincia. La figura geometrica del «segno» araldico di Mirandola richiama infatti i principi dell’araldica più pura e antica, spesso trascurati nell’araldica comunale che tende a usare elementi figurativi più complessi o naturalistici (castelli, animali, oggetti, paesaggi, santi etc.), soggetti peraltro molto difficili da trasformare in una bandiera di chiara leggibilità. Il «segno» di Mirandola è invece particolarmente adatto ad essere rappresentato come tale sulla bandiera civica, perché esso è di fatto, già di per sé una bandiera (ovviamente non va inserito nello scudo) e non ha bisogno di essere ulteriormente elaborato. Qualunque aggiunta ulteriore lo renderebbe meno valido dal punto di vista storico, araldico, ottico ed estetico.


All’estero, soprattutto nei paesi di più antica e migliore tradizione araldica e vessillologica, si è proceduto nello stesso modo in diverse città, per esempio nell’antica città di Courtrai (Belgio), come segue:




stemma e bandiera della città di Courtrai
4. Un ulteriore elemento che spinge verso questa soluzione è la rarità e unicità del segno di Mirandola nell’araldica comunale italiana. Lo scaglione è usato da poche città importanti fra cui Udine e Cagli (Prov. di Pesaro), ma con colori del tutto diversi:


stemma della città di Udine


stemma del comune di Cagli

Con una scelta, a nostro modo di vedere, discutibile, la città di Udine non usa lo scaglione sulla bandiera, la quale riproduce solo i colori civici:


bandiera del comune di Udine

Il segno di Mirandola dunque sarebbe oggi un segno unico in Italia, facilmente identificabile e inconfondibile nella sua astrattezza (che richiama quella dei logo o marchi di maggior successo e da tutti riconosciuti), e tale dunque, se debitamente illustrato nelle scuole e alla cittadinanza, da favorire un intenso processo di identità territoriale e appartenenza storica: la sua moltiplicazione su oggetti, souvenir, gadgets, prodotti grafici, in occasioni di manifestazioni culturali e sportive etc., lo proporrebbe in breve tempo come un «marchio» o «icona» propria e unica dei mirandolesi. Si è anche fatto notare che – curiosamente – la punta aguzza dello scaglione richiama otticamente l’elemento urbano più caratteristico della città, ossia i bastioni stellari della sua famosa cinta muraria. Anche questa coincidenza suggerisce l’impiego di questo segno come fattore identitario e opportunamente giocabile nei prodotti della comunicazione grafica, accanto al disegno dei bastioni.

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